Già nel corso della seconda guerra mondiale Roosevelt (Stati Uniti), Stalin (URSS) e Churchill (Gran Bretagna) si erano incontrati per accordarsi sulla sistemazione politico-territoriale dell’Europa dopo la sconfitta di Hitler. La prima conferenza si tenne a Teheran (Iran) tra la fine di novembre e il principio di dicembre del 1943, la seconda a Jalta (Crimea) all’inizio di febbraio del 1945 quando l’armata rossa passata all’offensiva stava occupando parte della Germania. In questa occasione furono poste anche le basi dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu). La terza conferenza si tenne a Posdam (vicino a Berlino) nella seconda metà di luglio dello stesso anno dopo la sconfitta di Hitler. A questo ultimo incontro parteciparono Truman, eletto presidente degli USA dopo la morte di Roosevelt, Attlee nuovo leader inglese dopo la sconfitta elettorale di Churchill e Stalin. Venuto meno il nemico comune, emersero contrasti e diffidenze reciproche tra gli Alleati che portarono alla spartizione del mondo in blocchi contrapposti. Nella Conferenza di Parigi (1946-47) per i trattati di pace si manifestarono contrasti tra Washington e Mosca intorno al destino della Germania. La questione tedesca, la crisi greca, la nascita delle democrazie popolari nell’Europa orientale consolidarono la contrapposizione tra Paesi occidentali e URSS. Nel 1949 nacquero le due Germanie e in Cina fu proclamata la Repubblica Popolare Cinese, che entrò nel campo marxista, e si contrappose alla Cina nazionalista (Taiwan) schierata con l’Occidente. Questo ultimo fatto individuò nell’Asia un ulteriore terreno di scontro tra le grandi potenze accanto allo scacchiere europeo; in Asia il tentativo delle due superpotenze era quello di guadagnare alla loro causa e di sottrarre all’avversario i paesi avviati alla decolonizzazione.