Dalla guerra fredda alla distensione


Il linguaggio della guerra fredda iniziò con Churchill che nel 1946 parlò di una cortina di ferro che divideva l’Europa.
Nel 1947 il presidente degli Usa enunciò la cosiddetta dottrina Truman, secondo la quale gli Stati Uniti si impegnavano a contrastare l’espansionismo sovietico e la diffusione del comunismo containment. Su questa base gli USA intervennero in Grecia e in Turchia. Per parte loro i sovietici denunciarono l’imperialismo americano e Zdanov espose la visione bipolare russa.
Nello stesso anno fu lanciato il Piano Marshall, che fu respinto dall’URSS e dai paesi dell’Europa dell’Est. Nel 1948 con un ponte aereo gli alleati occidentali superarono il blocco di Berlino da parte dei sovietici, nel 1949 nacquero le due Germanie e fu fondata la Nato. Nell’Europa orientale i partiti comunisti si impadronirono del potere, eliminando l’opposizione soprattutto in Polonia e in Ungheria e in Cecoslovacchia. La Jugoslavia del leader comunista Tito ruppe con l’URSS. Il confronto tra le due superpotenze avvenne in Asia con la guerra di Corea (1950-1953). Nel 1952 fu eletto presidente degli USA Eisenhower (repubblicano) (1953-61) che inaugurò una politica più aggressiva nei confronti dell’URSS, la linea del roll back.
Con la scomparsa di Stalin (1953), pur restando alta la tensione e continuando il confronto ideologico e la corsa agli armamenti, si iniziò a parlare di coesistenza pacifica. I momenti principali di tale processo furono la Conferenza di Ginevra, nella quale il leader russo Kruscev lanciò la politica della distensione, il trattato di Vienna con il quale i sovietici si ritirarono dall’Austria, l’atteggiamento comune tenuto da USA e URSS nella crisi di Suez (1956) [scheda], il discorso di Kruscev alle Nazioni Unite nel 1958. Le aree più calde erano in Asia: la Repubblica popolare cinese di Mao (1949) si contrapponeva alla Cina nazionalista (Taiwan) sostenuta dagli occidentali e in Indocina era iniziato il processo di decolonizzazione contro i francesi. Nel 1956 nel XX Congresso del Partito Comunista, il nuovo segretario, Kruscev denunciò i crimini di Stalin e avviò la destalinizzazione. Ma nulla cambiò nelle democrazie popolari, la ribellione dell’Ungheria (1956) fu stroncata nel sangue, senza che vi fosse intervento da parte degli occidentali.