La guerra del Vietnam

Guerra del Vietnam (1955-1975) Il conflitto, nel Paese del sud-est asiatico, scoppiò a causa della decisione della conferenza di Ginevra (1954) di dividere la regione in due Stati: Vietnam del Nord e del Sud, per sottrarre una parte del territorio all'influenza comunista.
Le ostilità furono aperte dai guerriglieri Vietcong e dalle forze militari del Nord che, con l'appoggio dell'Unione Sovietica e della Cina, intendevano porre nuovamente il Sud sotto il loro dominio. Gli Stati Uniti, avversi all'espansione del comunismo nell'Asia meridionale, entrarono in guerra appoggiando il Sud nelle operazioni.
Sino al 1958, i Vietcong operarono clandestinamente approntando basi e reclutando nel Sud informatori e guerriglieri tra gli oppositori del leader filo-americano Diem. Poi si manifestarono con azioni di guerriglia, che penetrarono nel territorio del Sud sempre più in profondità sino ad attaccare la base americana di Bien Hoa.
In questa fase, il Nord negò ogni coinvolgimento con le azioni dei Vietcong, mentre gli Stati Uniti rafforzarono apertamente la loro presenza sul territorio ed iniziarono la loro partecipazione alla guerra.
Nel 1961, la collaborazione delle truppe militari del Nord, con i Vietcong e con le truppe locali, divenne palese, ed il complesso di queste forze prese il nome di Fronte Nazionale di Liberazione (FNL). Nel frattempo, le truppe regolari del Sud soffrivano di una preoccupante penuria di combattenti, a causa delle continue diserzioni a favore delle milizie del Nord, ed il loro animo veniva ripetutamente indebolito da eventi politici avversi, così, nel 1964, per riequilibrare la situazione, gli USA concessero una partecipazione totale delle proprie truppe al conflitto, al comando delle quali fu assegnato il generale Westmoreland.
Con la partecipazione attiva degli Stati Uniti, a partire dal 1965, il conflitto si intensificò rapidamente. Le forze americane irruppero con pesanti bombardamenti aerei contro le strutture del Nord e la pista di Ho Chi Minh, e rafforzando notevolmente le loro truppe che, oltre agli americani, contavano anche coreani, tailandesi e australiani. Furono inoltre inviati 3.500 elicotteri ed il pronto intervento operativo.

Nel 1966-1967, grazie ad un poderoso impegno statunitense, utilizzando forze e tecniche di combattimento particolarmente efficaci, gli Americani riuscirono a far ripiegare le forze del FNL, colpite da pesanti perdite, e chiesero quindi l'invio di rinforzi, che Washington negò su pressione dell'opinione pubblica.
Tra il 1969 ed il 1973, il Presidente americano Nixon volle ridurre la presenza delle truppe terrestri americane e ad aumentare quelle aeree e navali. Tale politica, detta "vietnamizzazione del conflitto", fallì per l'insuccesso registrato in Cambogia (1970) e nel Laos (1971), ed i massicci bombardamenti, effettuati sui due Paesi, furono aspramente contestati dall'opinione pubblica americana. Al rientro dei primi reduci, giovani oramai devastati dalla guerra, si moltiplicarono infatti le proteste delle famiglie, e dei sempre più forti moti studenteschi, disgustati dall'impegno ingiustificato degli Stati Uniti in una guerra non americana.
La pace venne firmata grazie ad una parziale uscita degli Stati uniti dal conflitto, dovuta all'avvicinamento di Nixon all'Unione Sovietica ed alla Cina, che premevano sul governo di Hanoi per accelerare i preliminari di pace. Un trattato venne infatti firmato il 27 gennaio 1973, ma i combattimenti continuarono mietendo gravi perdite tra civili e militari.
Nel 1974, il Sud iniziò ad abbandonare i presidi degli avamposti più lontani, che non poteva difendere, e le forze del Nord diedero inizio (gennaio 1974) all'attacco per la completa conquista del Sud, da lungo tempo minacciata. Il 30 aprile le truppe vietcong occuparono Saigon e i governanti di Hanoi, privi ormai di ogni opposizione, fecero della regione un unico Stato.